Araripesuchus sp.

(Da: it.wikipedia.org)
Phylum: Chordata Haeckel, 1874
Subphylum: Vertebrata Cuvier, 1812
Classe: Reptilia Laurenti, 1768
Ordine: Crocodilia Owen, 1842
Famiglia: Uruguaysuchidae Gasparini, 1971
Genere: Araripesuchus Price, 1959
Descrizione
Di piccole dimensioni (la lunghezza superava di poco il metro e mezzo), questo animale era caratterizzato da un muso appuntito dotato di lunghi denti aguzzi; la dentatura era piuttosto variegata, e comprendeva diversi tipi di denti. Lungo il muso vi erano alcuni rilievi, in particolare in corrispondenza delle zanne mascellari. Il corpo era piuttosto snello, e le zampe dovevano essere molto più lunghe rispetto a quelle dei coccodrilli attuali. Come questi ultimi, però, l'araripesuco possedeva una corazza costituita da osteodermi che correvano lungo il collo, il dorso e la coda. I primi resti di questo animale, descritti nel 1959, furono ritrovati nella formazione Santana in Brasile in strati del Cretaceo inferiore, e consistevano di un cranio con parti della mandibola. A questi fossili fu attribuito il nome di Araripesuchus gomesii. Successivamente vennero scoperte altre specie: A. wegeneri (proveniente dal Niger), A. patagonicus (dalla Patagonia, in Argentina), A. buitreraensis (sempre dall'Argentina, con un cranio di circa 13 centimetri) e A. tsangatsangana (dal Madagascar, la specie più recente). L'araripesuco è considerato un rappresentante dei notosuchi, un gruppo di animali affini ai coccodrilli odierni che si diversificarono nel corso del Cretaceo e colonizzarono diversi ambienti e nicchie ecologiche in gran parte del Gondwana. In un primo tempo Araripesuchus venne accostato alla famiglia degli uruguaysuchidi (Uruguaysuchidae), ma attualmente alcuni studiosi ritengono che questo animale fosse abbastanza differente da poter essere classificato a parte. La scoperta di Araripesuchus wegeneri, avvenuta in Niger nel 1981, ha confermato agli scienziati che nel Cretaceo inferiore Africa e Sudamerica erano ancora unite e non si era ancora formato l'Oceano Atlantico (o almeno non del tutto). Il genere Araripesuchus, probabilmente, si originò in un punto imprecisato nel Gondwana, per poi diffondersi con le numerose specie in gran parte di esso. La presenza di esemplari provenienti dal Madagascar rafforza ulteriormente questa teoria.
Diffusione
Visse nel corso del Cretaceo (tra 100 e 70 milioni di anni fa). I suoi resti sono stati ritrovati in Sudamerica, in Africa e in Madagascar.
Bibliografia
–Buffetaut, E. (1981). "Die biogeographische Geschichte der Krokodilier, mit Beschreibung einer neuen Art, Araripesuchus wegeneri". Geologische Rundschau. 70 (2): 611-624.
–Turner, A. H. (2006). "Osteology and phylogeny of a new species of Araripesuchus (Crocodyliformes: Mesoeucrocodylia) from the Late Cretaceous of Madagascar". Historical Biology. 18 (3): 255-369.
–Price, L. I. (1959). "Sobre um crocodilideo notossuquio do Cretacico Brasileiro". Boletim Divisao de Geolgia e Mineralogia Rio de Janeiro. 118: 1-55.
–"Araripesuchus - paleofiles.com".
–Pol, Diego; Sebastian Apesteguia (October 2005). "New Araripesuchus Remains from the Early Late Cretaceous (Cenomanian–Turonian) or Patagonia". American Museum Novitates. 3490 (1): 1. ISSN 0003-0082.
–Sereno, P.C.; Larsson, H.C.E. (2009). "Cretaceous Crocodyliforms from the Sahara". ZooKeys. 28: 1-143.
–Ortega, F. J.; Z. B. Gasparini; A. D. Buscalioni; J. O. Calvo (2000). "A new species of Araripesuchus (Crocodylomorpha, Mesoeucrocodylia) from the Lower Cretaceous of Patagonia (Argentina)". Journal of Vertebrate Paleontology. 20 (1): 57-76.
–Soto, M.; Pol, D.; Perea, D. (2011). "A new specimen of Uruguaysuchus aznarezi (Crocodyliformes: Notosuchia) from the middle Cretaceous of Uruguay and its phylogenetic relationships". Zoological Journal of the Linnean Society. 163 (S1): S173-S198.
![]() |
Data: 01/12/2011
Emissione: Coccodrilli preistorici Stato: Burundi |
---|
![]() |
Data: 01/12/2011
Emissione: Coccodrilli preistorici Stato: Burundi |
---|